Che cos’è il dolore?

Che cosa intendiamo quando parliamo di dolore?
Una definizione ufficiale la ricaviamo dall’IASP, la più grande organizzazione professionale del mondo che si occupa di dolore.
Definizione di dolore
L’IASP sostiene che “il dolore sia un’esperienza sensoriale ed emotiva associata o simile a quella associata a un danno tissutale reale o potenziale”.
È interessante pensare al dolore come a un’esperienza anche, almeno in parte, emotiva.
Siamo abituati a pensarlo come una sensazione ben precisa, che riguarda tutti e tutte, e che almeno in parte si svolge in modo simile in diversi individui della specie.
Così come i cinque sensi, anche il dolore viene comunemente pensato come abbastanza inequivocabile: si parla di recettori nervosi, di fenomeni fisiologici. Com’è possibile quindi che si parli di percezione emotiva?
La natura del dolore
Il dolore ha un ruolo evolutivo ben preciso: quando proviamo dolore tendiamo a fuggire rapidamente dalla fonte del dolore, ad esempio un oggetto rovente o una pianta spinosa. Se non c’è una fonte, in ogni caso il nostro cervello vuole attirare l’attenzione sul luogo in cui si verifica il dolore. Ciò spinge a difenderci da una potenziale degenerazione del trauma subito, ad esempio continuare a camminare su un piede rotto, oppure andare a spasso con una ferita aperta.
Il dolore in questo senso ci aiuta a individuare l’emergenza in corso e stimare i possibili danni futuri – per questo si parla di dolore “potenziale”.
Tutt’altro discorso è imparare a gestire i diversi tipi di ferite, traumi e dolori, ma questo è compito che lasciamo alle professioni sanitarie o ai corsi di primo soccorso.
L’aspetto più interessante è che una parte di questo “allarme” generato dal dolore non è legata unicamente ai nocicettori, ovvero agli organi destinati alla percezione del dolore. Per questo esiste una distinzione tra dolore nocicettivo e dolore neuropatico.
Dolore nocicettivo vs dolore neuropatico
Il dolore nocicettivo, quello percepito, è situato nella corteccia somatosensoriale del cervello, che si attiva a seguito dell’evento doloroso, ad esempio un infortunio dopo una partita di tennis. Qui si percepisce la zona in cui si è verificato il trauma e il tipo di dolore (sordo, acuto, persistente…)
A seguito di questo dolore si attiva nel sistema limbico e nella corteccia prefrontale un allarme molto simile al nostro sistema di risposta al pericolo.
Abbiamo poi il dolore neuropatico, un dolore che nasce a seguito del deterioramento di una parte della struttura nervosa periferica o centrale, e che ha luogo in alcune malattie come la sclerosi multipla o in alcuni stadi del diabete.
Chiropratica e dolore
Vista la definizione ufficiale di dolore che abbiamo appena analizzato insieme, è evidente che in qualche modo, oltre alla rimozione effettiva della fonte di dolore, possiamo anche agire sulla sua percezione emotiva. Aggiungo che è anche importante sentirsi in una condizione psicologica favorevole quando si affronta un dolore, ed è quindi bene sentirsi supportati dalla propria famiglia e dai propri cari, come anche dai professionisti sanitari che ci seguono.
È molto difficile calare nella pratica e rendere capillare questo tipo di assistenza psicologica. L’importante è però comprendere che ci sono altri aspetti del trauma fisico, che vanno oltre la semplice riabilitazione muscolare. Le discipline della chiropratica e osteopatia, ad esempio, riconosciute come professioni sanitarie primarie, mettono in grande considerazione la dimensione olistica dell’individuo. Con “olismo” intendiamo la concezione dell’organismo come un tutt’uno di corpo e mente razionale e psicologico-emotiva.
Ma soprattutto, i chiropratici concepiscono la comunicazione e stretta relazione delle diverse parti del corpo: in poche parole, per risolvere un mal di schiena non serve solo cercare e operare l’ernia al disco che sembra averlo causato. Bisogna considerare le eventuali compensazioni che il corpo ha messo in atto, gli schiacciamenti di nervi, i dolori muscolari, lo stato di infiammazione generale e locale e molto altro.
È molto difficile descrivere una seduta di chiropratica in pochi paragrafi, e spiegare le ragioni profonde per cui è così efficace nella riduzione del dolore.
Quello che posso dire è che non solo la chiropratica aiuta nel recupero da un infortunio o da un trauma, ma prescrive anche esercizi fisici per rafforzare la muscolatura e limitare il rischio di distorsioni e lussazioni, oppure correzioni posturali.
Insomma, la chiropratica fornisce un approccio completo alla gestione del dolore e aiuta attivamente nel ripristino del nostro benessere psicofisico.
Insomma, la chiropratica aiuta ad adottare alcune contromisure per evitare che alcuni tipi di dolore si ripresentino in futuro.
Una risposta.
[…] come il dolore, è la risposta naturale del nostro corpo a lesioni o infezioni, ma questo processo può essere […]